NON RIAPRIREMO MAI PIU’. ANZI NO.

Ieri sera, per chi come me vive parecchio i social del nostro settore, è successo qualcosa che mi ha fatto riflettere.

 

Un mio amico mematore, che a tempo perso pare sappia anche mettere qualche impianto, Fabio Faustini, se ne esce con un post su Odontoiatria Extraclinica dove ipotizza un protocollo tipo per la riapertura dei nostri studi.

Ci mette pure uno sberleffo per chi in questi giorni si veste da Neil Armstrong.

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Coraggioso.?

Scrive cose di buon senso ma, non me ne voglia Fabio, fondamentalmente scontate e banali.

Apriamo con mascherine ffp2 o ffp3, occhialini, anamnesi, misuriamo febbre, niente scafandri, un po’ di attenzione con gli accessi e il distanziamento…

Cose così.

Ed è subito standing ovation.?

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Ma aspettate un attimo. 

 

Questo stesso post, un mese fa avrebbe ricevuto un profluvio di insulti e una vera e propria lapidazione mediatica, ne sono certo!

Che sia un caso legato al fatto che in quel gruppo militano tante persone che gestiscono grandi studi in maniera illuminata, meno inclini allo scannamento e più propensi al clima di confronto costruttivo, con un occhio di riguardo all’aspetto economico della nostra professione?

E così ho sfidato Fabio a postare lo stesso contenuto sul gruppo Covid-19 con tutti i medici, dove Federico è stato bannato al secondo o terzo post, per raggiungere il buon Tyron nel paradiso dei bannati.??

Schermata 2020-04-17 alle 16.50.53Ma anche lì il buon Fabio non se l’è cavata male.??

Forte di questi risultati e non avendo mai visto così tanti like dai tempi in cui ha vinto un campionato di meme in team con me, Fabio ha ripostato anche su Odontoiatria Italia.

Santo subito anche qui.???


Aspettate un attimo, però.

 

Ma non dovevamo aprire tra mesi, con una professione che non sarebbe mai più stata quella di prima, con scafandri, tripli guanti, ozono, nebulizzatori a secco, mega-aspiratori, sciacqui con acqua di Lourdes, pulizie di 30 minuti di poltrona e anche qualche sacchetto di sale riesumato dall’ultima scorta invenduta di Wanna Marchi?? 

É presto per dirlo ma sembra proprio che si sia arrivati a quello che era ovvio fin dall’inizio. 

Punto primo, i dentisti italiani, in media, come tanti commercianti, non possono permettersi di tenere chiuso per mesi e mesi e, finito il cassetto che ha permesso di campare un mesetto, ecco che subentra la disperazione ed insorgono i problemi veri, quelli dettati dalla necessità e, appunto, dal buon senso.

Perché di buoni sentimenti e di spirito da buon samaritano non si campa.?☝️

Tranne forse il mio amico Tommaso Mascarello, che secondo me qualche mascherina se l’è pure mangiata…? (scherzo Masca, sei stato grandissimo?)

Tutti che aspettano da mesi indicazioni ufficiali di come ci dovremo comportare, manco chi presiede sindacati e associazioni abbia competenze e conoscenze superiori alle nostre.

Siamo colleghi con la stessa base di formazione e la stessa dignità, se a qualcuno fosse sfuggito…

 

In Italia, quando hai ruoli importanti, non puoi permetterti di lanciarti in affermazioni che potrebbero essere intelligenti prima del tempo. Bisogna sempre aspettare che le cose siano già finite ed arrivare tardi scopiazzando dagli altri. Fa parte del nostro modo di essere e della nostra cultura.

Noi non facciamo le sparate alla Trump e alla Boris Johnson, per poi pentirci dopo… Anzi, non è mica del tutto vero, perché i buoni Cirio e Fontana, che non hanno voluto aprire le librerie qualche giorno fa, ora di colpo pressano per riaprire tutto il 4 maggio…

Abbiamo menato vanto di essere per la prima volta dopo 70 anni da esempio per il mondo e abbiamo messo in campo una prestazione a mio avviso pietosa nella gestione del problema.

Perché non siamo abituati a gestire in maniera concreta i problemi.

E perché si pratica il paramento di sedere e il lavaggio delle mani preventivo.

No, non quello per prevenire il Covid…?

Abbiamo chiuso prima di tutti e riapriamo dopo di tutti, con un sacco di regioni che il problema Covid non l’hanno vissuto in maniera tale da giustificare un lockdown così lungo, invocando la prevenzione e la salute come bene superiore.

Chi ne sa di più è certo: avessimo aperto prima tutte le città sarebbero diventate Bergamo.

Lo si afferma con la stessa attendibilità del mio parere che questo non sarebbe avvenuto, peraltro: previsioni su un qualcosa che nessuno sa, prendendo come giustificativo i dati che fanno comodo alla nostra posizione.

Ma questa volta non ce la si gioca ad armi pari, perché qualcuno ha già deciso che tesi debba vincere per noi: i media.

I nostri media hanno fatto quello che io e Federico, con le regole del copywriting, spesso facciamo nei nostri articoli. Hanno battuto sul pain, hanno terrorizzato l’utenza, perché una persona impaurita è più facile da convincere a fare quello che ci serve. 

Da sempre i media vivono di quello: impaurire la gente. Solo notizie di morte e catastrofi.

Perché, ti chiedi?

 

Perché la paura vende.

Molte persone illuminate, come Federico, la televisione non la guardano più e dedicano il tempo recuperato a formarsi ed informarsi con la propria testa. ?

Ma la massa non lo fa e segue uno dei principi della persuasione che ha ottimamente descritto Robert Cialdini nel suo libro Le armi della persuasione: il principio di riprova sociale.

Quando ci si ritrova di fronte ad una situazione nuova, infatti, non c’è un modo giusto o sbagliato di agire a priori, proprio perché nessuno sa cosa si debba fare. E allora cosa succede? 

Si fa quello che fanno le persone che ci circondano.??‍♂️

Ecco spiegato perché può capitare che, di fronte ad una persona che sta morendo per strada, la folla cammini indifferente, passando oltre, e perché sentendo un forte scoppio, come quello avvenuto in Piazza San Carlo durante la finale di Champions di qualche anno fa, una folla incredibile scappi all’impazzata e all’unisono, travolgendo ed uccidendo qualcuno.

In queste situazioni c’è un attimo di pausa in cui l’essere umano si guarda intorno, aspettando che qualcuno faccia qualcosa, per poi copiare quello che fanno gli altri: giusto o sbagliato che sia.

La pandemia di Sars Cov2 ha mostrato diverse volte questo concetto e spesso la linea da seguire di fronte alla situazione l’hanno dettata i media e, nel nostro settore, i social network.

All’inizio non c’era spazio per correre razionalmente avanti con la testa ed esporre già con buon senso soluzioni del problema. In Italia questo non è mai stato possibile per qualcosa che è insito nel nostro DNA.

In altri Stati qualcuno ha provato a mettere in atto strategie differenti, ma di fronte ai morti l’opinione comune, la gogna mediatica, il perbenismo, la religione e mille altri fattori decidono che i problem solver debbano tacere, facendoli passare per cinici di merda, assetati di denaro.

Perché faccio tutta questa riflessione?

Perché è dall’inizio della crisi che avrei voluto gestire la situazione come ritenevo giusto io, dato che la legge ha ritenuto di tenere sempre aperti i nostri studi, e non dovermi soggiogare alle autolimitazioni che la nostra categoria si è data non per una conoscenza approfondita del problema, ma perché di colpo ci siamo sentiti fighi a dire per una volta cose mediche. 

Proprio noi che siamo sempre stati vituperati come la categoria medica meno medica che ci sia.

E abbiamo dimostrato, a mio avviso, che la fama era tutta motivata.

Di colpo ci siamo cominciati a dare degli assassini se si dichiarava di voler anche solo vedere una urgenza, dimenticandosi che un medico si espone anche in prima linea per togliere il dolore alle persone che soffrono e che, nel farlo, si alleggerivano gli ospedali di un lavoro che avrebbe esposto i pazienti a molti più rischi, senza ottenere soluzioni, visti i tempi di attesa nei pronto soccorsi, ambienti dove c’era molta più possibilità di venire a contatto con persone infette.

Mentre molti hanno cambiato professione per qualche mese, sostenendo psicologicamente i pazienti che soffrono per telefono, magari prescrivendo farmaci senza aver nemmeno visitato il paziente, altri inscenavano lo show degli astronauti in studio per aprire una camera. 

E via di foto sui social, orgogliosi di essere diventati per qualche minuto un anestesista-rianimatore di reparto per malati terminali di coronavirus. 

Peccato che i novelli astronauti fossero in un ambiente in cui non era stato nessun paziente prima per giorni, e quel paziente a cui dovevano aprire la camera pulpare di un dentino con diga aveva già dichiarato di non essere venuto a contatto con casi sospetti, aveva misurato la temperatura e aveva 36,5, si era lavato le mani con soluzione alcolica, non aveva sintomi, quindi non inondava l’ambiente con una carica virale mortifera, e magari aveva ancora fatto uno sciacquo con perossido di idrogeno all’1% prima di cominciare.

Direi che le condizioni non erano proprio le stesse.

 

Ma fino a qualche giorno fa, quando provavi a dire che forse sarebbe bastata una ffp3 con una mascherina chirurgica davanti ti lapidavano.

Fino a ieri.

Quando improvvisamente è arrivato San Faustini.??‍♂️

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E ha intercettato il momento in cui la gente aveva bisogno di qualcuno che facesse la prima mossa per una nuova situazione mai affrontata prima: la riapertura dopo un lockdown.

Siccome si è capito che i nostri sindacati i protocolli li daranno dopo che Conte dirà che si riapre tutto il 3 maggio, quando tutti avremmo dovuto essere già pronti, ritardando così l’apertura di altre preziose settimane, perché tutti si dovranno ancora attrezzare, qualcuno ha finalmente capito che può anche ragionare con la propria testa.

O forse, semplicemente, continua a non farlo e seguirà per il principio di riprova sociale la massa che ora, fidati, farà quello che ha detto Faustini, che è poi la stessa cosa che diciamo da un mese io e Federico e che, finalmente, ora si può dire.

Credo quindi che dal 4 maggio si potrà riaprire con giudizio e buon senso. 

E bada bene: per me lo si potrebbe già fare la prossima settimana, ma vige ancora un regime di segnalazione di chi cerca più di evitare la concorrenza che reputa sleale che per altro. 

Il concetto, mascherato da medico più etico e responsabile è per me sempre stato questo: non me la sento di lavorare e non voglio che lavori nemmeno il mio vicino. 

Semplice.??‍♂️

Motivo per cui le Coop hanno dovuto chiudere i reparti in cui vendevano beni non di prima necessità, evitando di fare concorrenza sleale a chi invece doveva stare chiuso e vendeva quegli stessi beni. Ma in quel caso c’è una legge che ha svantaggiato effettivamente qualcuno. Nel nostro caso, invece, avremmo tutti la possibilità legale di restare aperti…??‍♂️

Ma il principio di riprova sociale ha deciso per noi che si dovesse stare chiusi.

E allora aspettiamoli ancora questi 15 giorni.

Ma li aspettiamo passivamente?

Certo che no!

Informiamoci e prepariamoci.

Si è capito che serviranno mascherine ffp2 o ffp3? Procuriamocele assieme ad igienizzanti, termometri, visiere e occhialini. 

Nel dubbio qualche camice monouso e qualche copriscarpe è meglio averlo.

I device per sanificare l’aria o le superfici non potranno mai essere resi obbligatori da nessun protocollo: è palese.

Chi vuole li prenda, ma sappia che, viste le consegne a 60 giorni per lo sciacallaggio dei rappresentanti, in cui siamo abboccati tutti, me compreso, non sarà mai obbligato a stare chiuso finché non li ha. Se no apriremmo tutti a luglio e non accadrà. 100%.

La categoria deve difendere anche i propri interessi e lo farà.

Le motivazioni razionali e scientifiche le si troverà di conseguenza.

E prepariamo dei protocolli, perché si è già capito che almeno all’inizio dovremo regolare gli accessi, no?

Beh, oggi ho già ideato un protocollo per la nostra struttura, da sempre organizzata in modo ridondante.

Abbiamo una sala congressi da 65 posti a 30 metri dallo Studio.

E allora faremo attendere i pazienti lì, belli distanziati uno dall’altro, facendoli chiamare dalla segretaria contabile che lì lavora, in uno spazio separato. Coì avremo 13 studi monoprofessionali con un solo operatore una sola ASO ed il paziente. ?

Stessa cosa per il momento di passare in reception. Uno per volta e ci si riaccomoda di nuovo nella mega sala d’attesa di 130 mq. 

Appuntamenti allungati di 15 minuti.

Cominciamo a procurarci quegli apribocca con aspiratore “taglia-aerosol” che sembrano intelligenti per potere, tra qualche settimana, far ricominciare anche gli igienisti.b1d3d752-1245-4123-a8cb-2e5fcf321381

Li sto facendo produrre con la stampante 3d dall’odontotecnico, sfruttando le brillanti intuizioni di alcuni colleghi.

Partiamo al 50% e torniamo a pieno regime organizzandoci nel frattempo sul campo. Capendo cosa va implementato e come. 

É il metodo per errori che Federico ha spiegato in diversi articoli e che spiega anche nel nostro corso di management. 

Fare e correggere.

Non aspettare che tutto il mondo ci anticipi arrivando come sempre ultimi in tutto.

 

I peggiori in borsa, i peggiori nel PIL, quelli con più contagiati (prima che qualcuno riuscisse a superarci) e anche quelli che saranno rimasti chiusi più di tutti e che apriranno dopo tutti. 

E l’Europa che ci lascia nella nostra bagna.

E forse fa anche bene.

Perché siamo da sempre una insopportabile palla al piede per tutti coi nostri modi di fare.

Scusatemi lo sfogo, ma io molto spesso di essere italiano mi vergogno e no, l’inno sul balcone non lo canto.

Se vogliamo smettere di essere sempre lo zimbello del mondo è ora che ci si rimbocchi le maniche e che si agisca.

E per agire bisogna prendere in mano la decisione prima che gli altri lo facciano per noi, nel peggiore e più inefficace dei modi.

Hai ancora due settimane per organizzarti e smettere di attendere di vedere che fanno gli altri.

Se ne hai voglia, sfrutta ancora questo tempo per leggere il nostro nuovo libro, in offerta fino a domenica 19, se vorrai anche in combo col nostro primo libro. 

Spero che ti saranno di spunto per rompere gli indugi e tornare ad essere il protagonista della tua attività.

Voglio ordinare subito la combo:

 “Da zero all’Impero” scontato al 50% + “Le dodici fatiche dell’Impero”.

Voglio ordinare subito:

“Le 12 fatiche dell’Impero” scontato del 15%.

Alla prossima!

Stefano

8 pensieri su “NON RIAPRIREMO MAI PIU’. ANZI NO.

  1. Andrea Balderi

    Ciao sono un collega di Ferrara.Avevo già già letto il tuo precedente post all’inizio della chiusura ,proprio quello del fare e correggere e lo avevo trovato illuminante.Anche questo mi trova concorde,come quello del Dr.Faustini che ho letto su Odontoiatria Italia.Anche io ho fatto il tuo stesso ragionamento.Anzi, magari mi sbaglierò ,ma forse abbiamo rischiato di più prima del lock down quando il virus già girava forse anche nei nostri studi.Come hai detto tu ,e come del resto pensavo anche ,io inizieremo lentamente e andando avanti faremo degli aggiustamenti.Trovo molto interessante quel tool per l’aspirazione che stai facendo costruire.Si potrebbe avere qualche indicazione su come averlo?
    Ti ringrazio molto .
    Andrea Balderi
    Ferrara

  2. Michele Recchia

    Ciao,

    considerazioni che hanno un senso, credo però che l’andamento della curva dei contagi, la percezione del pericolo nella popolazione e come si comportano altri settori per esempio che ne so l’apertura dei centri commerciali siano fattori rilevanti per capire come andranno le cose. Sono convinto che l’apertura controllata sia vicina.

    Credo che ci saranno aree dove l’apertura sia considerata fisiologica dalla popolazione perchè ha fatto tesoro delle norme di prevenzione e si è responsabilizzata, dove i dati ogni giorno mostrano andamenti incoraggianti e dove le strutture abbiano investito in protocolli che veicolino una aumentata sicurezza, altre zone dove ci vorrà più tempo.

    Sareste così gentili da dirmi se è possibile trovare il porgetto3D di questo aspiratore?

    grazie a tutti,
    oggi compro il iibro sicuramente
    Michele

    1. formazione odontoiatrica Autore dell'articolo

      Ciao! Gli aspiratori devo ancora provarli, ma non so se poi l’odontotecnico vorrà condividere stl per evitare casini con eventuali brevetti. Nei commenti al post ho allegato un link con un modello concettualmente simile con stl open.

  3. Ildiko

    Grande Stefano. Grazie per essere riuscito a mettere nero su bianco quello molti di noi avevano in testa manche non avendo la tua stessa capacità comunicativa rimaneva solo nel campo delle idee. Ahh il libro l’ho ordinato il primo giorno della prevendita…sulla fiducia.
    Un abbraccio e a presto
    Raul

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