IL PROFILO DEL CSO TRA LEGGENDE METROPOLITANE E REALTÀ

Come forse saprai se segui i gruppi odontoiatrici su Facebook, ieri Federico ha postato una piccola bomba su Odontoiatria Italia… roba da 500 commenti in poche ore…niente di che…
L’argomento? L’assunzione da parte del nostro studio del primo CSO.
Ora, se sei tra quelli che si stanno chiedendo che cso sia un CSO comincio a dirti che si pronuncia CI ESSE O e non K S O…
Scherzi a parte l’acronimo CSO sta per Collaboratore del Settore Odontoiatrico ed è una nuova figura lavorativa nata da un accordo tra Confprofessioni, la principale federazione che rappresenta i lavoratori autonomi a cui fa riferimento l’ANDI, e i tre sindacati CGIL, CISL e UIL per risolvere le rigidità introdotte nel mercato del lavoro dal DPCM del 9 febbraio 2018, che riconosce la figura dell’ASO, Assistente di Studio Odontoiatrico.
Ora, cerchiamo di spiegare cosa sia successo, per fare un po’ di ordine.
In pratica, da anni i sindacati delle assistenti premevano per ottenere il riconoscimento della loro figura professionale e il traguardo tanto anelato è stato raggiunto con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sopracitato.
Per diventare Assistente di Studio Odontoiatrico è necessario frequentare un corso professionalizzante che le Regioni, in autonomia, stanno pian piano istituendo. Molto piano, visto che i primi in Piemonte si vedono ora a distanza di più di un anno dal decreto…
I corsi di formazione sono della durata di 700 ore di cui 300 teoriche e 400 di tirocinio pratico presso studi accreditati presso la Regione e non possono avere durata superiore a 12 mesi.
Coloro che erano già assunte come assistente alla poltrona avendo svolto in modo anche non continuativo questo lavoro per almeno 36 mesi nei 5 anni precedenti al decreto diventano in automatico ASO e non devono fare il corso.
Le altre, più sfigate, assunte da meno di 36 mesi, devono fate il corso entro il 21 aprile 2021 (visto che il DPCM è stato recepito il 21 aprile 2018) e hanno uno sconto sulle ore di formazione proporzionale all’anzianità.
Questa, per esempio, è la tabella di sconti pro-anzianità di servizio della Regione Lombardia:

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Si possono ancora assumere assistenti alla poltrona (anche come apprendiste) come ora per 2 anni dal decreto e quindi fino al 21 aprile 2020. Queste assunte avranno 3 anni di tempo per svolgere il corso di formazione.
Ok il quadro normativo, noiosissimo e inutile, è completo.
In pratica si è istituito un enorme processo di riconoscimento di una figura che già esisteva e lavorava e che ora dovrà formarsi sborsando in media 2000 euro per continuare a fare quello che già faceva. Nessuna licenza in più, tipo prendere impronte in alginato, rimuovere cemento o similari.
Immaginati la scena (anzi, non devi immaginarla, probabilmente la stai vivendo in prima persona…? ).
Una ragazza di 18 anni viene assunta e da un anno lavora serenamente come apprendista in uno studio.
É diventata anche bravina.
Di colpo le dicono che ha 3 anni di tempo per fare un corso di 700 ore per fare la stessa cosa che già faceva, sborsando 2000 euro.

Non solo.

Dovendo fare tirocinio pratico di 20 ore settimanali, la poverina, per non fare 60 ore a settimana, dovrà essere congedata per formazione in maniera non remunerata dal lavoro per fare le stesse ore nella stessa struttura in cui già lavorava a gratis.
Che gioia!
E dopo…SARA’ ASO! ? ? Solo che lo era già. ?

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La cosa più comica è che, accreditando la propria struttura presso le Regioni, il tirocinio si può fare nella struttura in cui lavora!!! Quindi l’aspirante ASO continuerà ad essere formata a livello pratico da chi già la stava formando ma pagando 2000 euro e non venendo pagata per 100-300 ore di tirocinio, in base all’anzianità che aveva! Un danno da migliaia di euro, che in media le nostre assistenti non possono e non vogliono permettersi.
E dopo tutto questo sapranno la composizione chimica dei cementi, la microbiologia dello streptococcus mutans e potranno fare…le stesse cose che facevano ora. Tra due anni avranno rimosso come tutti i dentisti, le nozioni teoriche inutili (io la composizione chimica dell’alginato non la so, ma so miscelarlo) e lavoreranno come prima.
Per salvarle da questa situazione, molti studi, come quello mio e di Federico, pagheranno la formazione, ma non le ore di tirocinio, per cui la spesa rimarrà divisa 50-50, perché non verranno pagate le ore di tirocinio presso la nostra struttura.
Del resto non siamo un ente benefico e le assistenti non firmano un patto di eterna fedeltà. Alcune, col certificato pagato da noi potrebbero licenziarsi e cercare lavoro altrove disponendo della qualifica.
Molti studi non faranno come noi e la formazione sarà tutta a carico dell’assistente, pena il licenziamento.

Chi sta gridando di giubilo per il grandioso traguardo raggiunto?
Ma è ovvio, all’italiana maniera le assistenti che hanno lavorato da più di 36 mesi che di colpo a gratis si trovano insignite di un titolo onorifico che le distingue dalle altre e le fa sentire importanti e realizzate.
Sono certo che se il percorso, come sarebbe stato sacrosanto nella sua demenza, fosse stato reso identico per tutte, ci sarebbe stata la rivolta nazionale delle assistenti.
Purtroppo l’essere umano funziona così e, sulla base di slanci squisitamente egoistici, si fa portatore di battaglie epiche che sembrano essere infarcite di nobili propositi.
Nel mio studio tutte le assistenti, di fronte a questa notizia erano spaventatissime e naturalmente la reazione è stata che quelle con più di 36 mesi di anzianità dicevano “che culo che me la sono scampata” mentre le altre sono in affanno per cercare di capire il loro destino, messo in dubbio dalla sera alla mattina quando stavano tanto bene così.
Il fenomeno strano è solo che da me, dove convivono tante assistenti, le più anziane non hanno affatto gridato al miracolo e alla giustizia fatta per questo provvedimento. Anzi hanno detto “che cagata!”

C’è un altro problema a cui nessuno aveva pensato. Quante persone a 18 anni dopo il diploma spenderanno di loro sponte 2000 euro per sciropparsi 700 ore di formazione per diventare titolate a fare un mestiere che non conoscono e che non sanno nemmeno se possa piacere?
Credo molto poche.
Ecco quindi che quando sarà necessario assumere personale nuovo, e al nostro studio capita almeno 2-3 volte all’anno tra maternità e licenziamenti, come si troveranno ASO qualificate in tempi rapidi?
Ce ne saranno a disposizione poche e non necessariamente con le attitudini giuste, perchè avranno semplicemente pagato per ottenere l’abilitazione. Avendo poca scelta gli studi dovranno prendere quello che passa il convento.

Per fare un esempio, se noi dovessimo assumere una ASO e attualmente ci fossero solo due candidate ASO che però si dichiarassero non disponibili a lavorare il sabato e domenica cosa dovremmo fare?
Lasciate perdere città come Milano, Roma, ecc.
Uno studio di un paesino di montagna a 40 km dal centro abitato più vicino credete che avrà un bacino di decine di ASO a cui attingere?

A questo nessuno ha pensato e ha posto una pezza l’ANDI, che però è anche l’ente che ha lottato per riconoscere la figura dell’ASO nel 2001, cosa tragicomica.
Con un accordo tra parti, liberi professionisti da un lato e sindacati dall’altra, ecco quindi che viene inserito nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro la figura del CSO, che viene assunta con un livello 4, e che sotto la responsabilità e le direttive dell’odontoiatra svolge funzioni di supporto alle sue attività tipiche e caratteristiche.
Questo è il profilo del CSO.
Tanti stanno infarcendo quanto si sa, che è quello che ho scritto sopra, di interpretazioni personali.

Ecco le principali.
Il CSO è uno schiavo sfruttato perché non potrà essere motivato, non guadagnerà niente, non potrà fare carriera, non potrà fare le cose in autonomia e non potrà coordinare altri lavoratori. Inoltre rischia di essere abusivo e dopo eventuale apprendistato non sarà nulla e dovrà fare comunque il corso di ASO.

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Ora, facciamo un po’ di chiarezza.
Il CSO è uguale all’ASO appena assunta. Sono entrambi inquadrati al livello 4 e quindi guadagnano UGUALE. Primo mito sfatato.
Come l’aso, ogni 3 anni avrà scatti di anzianità che metteranno 20 euro in più in busta paga per un totale di 8 scatti massimi consentiti.
Trattandosi di una professione di interesse sanitario senza albo e non di una professione sanitaria, non esiste il rischio di reato di abusivismo con violazione dell’articolo 348 del codice penale.

Non sta scritto da nessuna parte quali mansioni possa o non possa fare rispetto all’ASO allo stato attuale.
Il CCNL attuale è sperimentale in attesa che le Parti disciplinino in modo definitivo la materia nel prossimo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Non avendo fatto un corso professionalizzante, il CSO può essere assunto come apprendista, l’ASO già qualificata no. E qui andiamo a vantaggio del CSO per finalità puramente fiscali degli studi dentistici.
Ma occhio, la sua formazione viene pagata, mentre quella delle ASO se la sono pagata tutta o per metà loro, a seconda di quanto sono “illuminati” i titolari degli studi in cui lavoravano quelle che erano già in attività.
Dopo i tre anni di apprendistato un CSO diventa un CSO! Molti pensano che dopo apprendistato, non potendo essere ASO, i CSO si dovranno poi fare il corso. Ma il CSO attualmente è una figura riconosciuta e diventerà CSO!
Unica pecca? Non potrà fare scatti di livello al 4 super e al 3, che farebbero guadagnare qualcosetta in più, dando però anche degli oneri e dei doveri maggiori. Pensate che gli scatti di anzianità al livello 3 diventano addirittura di 22 euro al posto di 20!!!
Ma siccome al CSO si possono dare in busta dei premi o dei superminimi, per rifare giustizia basterà che il titolare riconosca un aumento di una o due centinaia di euro per ristabilire l’equità.
Resterà il fatto che non potranno in teoria avere ruoli di coordinamento e maggiore autonomia, cosa che comunque vorrei capire chi controllerà.
A fronte di un pagamento identico, infatti, vorrei capire quale ASO si metterà ad accapigliarsi con una CSO dello stesso studio facendo una vertenza sindacale (senza essere iscritta a nessun sindacato peraltro) perché magari fa la responsabile degli ordini dei materiali!!!
Ragazzi, a casa mia non è che le ragazze si strappino i capelli per avere ruoli che le espongono a più responsabilità a fronte di pochi euro in più!
Forse io è Federico la mettiamo sempre sul denaro, ok, ma se ho imparato una cosa negli anni è che alle assistenti interessa essere apprezzate, avere orari stabili e non in continuo cambiamento, avere pause e diritti rispettati, un ambiente di lavoro sereno, non dover rientrare e fare straordinari di continuo perchè hanno spesso una loro vita e una loro famiglia.
A tutto questo aggiungono la volontà, più spiccata in alcune, di vedere il loro stipendio crescere un po’ ogni tot anni. Non tutte però scambierebbero soldi per responsabilità.
Abbiamo molta esperienza in questo, quindi, checchè dica qualche sedicente guru della leadership e della motivazione, crediamo di aver capito qualcosa anche noi.
Teniamo presente che a un CSO non sarà mai preclusa la possibilità di fare il corso ASO e di essere licenziata e riassunta come tale.
La materia è in divenire, può essere che nel prossimo CCNL aboliranno la figura o che metteranno dei paletti importanti (magari sarà vietato farle sedere a fianco della poltrona o di parlare coi
pazienti ?‍♂️). Ma quando questo capitasse e diventasse un limite basterà far fare il corso di ASO. Nessuna norma che aveva istituito una figura legalmente riconosciuta potrà abolirla senza un ammortizzatore sociale dalla sera alla mattina. Quindi è sicuro che daranno delle scadenze di tempo per adeguarsi.
Ecco perchè ad oggi, se si deve cercare urgentemente una assistente e va benissimo per il datore di lavoro che sia senza esperienza come spesso e volentieri è stato fatto fino ad ora, il CSO salva il sederino dal fatto che altrimenti non si trovano dipendenti da assumere e si resta col culo per terra.
Basterà essere chiari nello spiegare ai candidati il profilo professionale con cui verranno inquadrati. Non si punta mai una pistola alla testa, si tratta di libere scelte.
Alle mie assistenti, che sono sempre disperate quando qualcuna va via per qualunque motivo perchè devono sostituirla loro con straordinari, preme quanto noi che arrivi qualcuno.

Non gli frega nulla se ASO o CSO.
E dirò di più: sono convinto che ora che si dovrà affrontare il discorso di mandare le nostre assistenti con meno di 36 mesi di esperienza al corso, molte ci chiederanno di passare a CSO e non ad ASO. Non ci sarò nessuna pressione da parte nostra in tal senso, visto che continueranno comunque a fare tirocinio da noi e saremo ben contenti di premiarle, se lo reputeranno un premio, pagando loro il corso.
Vedremo quante aneleranno di ottenere la qualifica rimettendoci però anche qualcosa di tasca loro non essendo poi pagate per le ore di tirocinio e dovendosi sciroppare 200-300 ore di corso teorico.
Si facciano nel frattempo tutte le disquisizioni e le valutazioni del caso. Sappiamo che il profilo del CSO potrà essere rivisto o magari anche abolito. Quando avverrà si valuterà.
Io e Federico l’abbiamo sempre pensata così. I problemi si affrontano quando si presentano.
Ad oggi cavalcheremo, quando lo reputeremo opportuno, la possibilità di assumere una figura professionale che ci salva da una grande lacuna di chi ha pensato come sempre a tanta filosofia con pochissimo senso pratico.
Tipico della politicanza.

Se vorrai ne parleremo ancora nel nostro corso di management “Da zero all’impero” che si terrà a Cuneo il 18-19-20 settembre. In quella occasione potremo darti la stampa del nostro contratto CSO da fornire al tuo consulente del lavoro per confrontarti con lui a riguardo. Nessuno è obbligato né a condividere né a copiare le nostre scelte, ma confrontarsi a riguardo può essere utile a tutti!?

Scopri il corso "Da zero all' impero"

A presto!

Stefano

2 pensieri su “IL PROFILO DEL CSO TRA LEGGENDE METROPOLITANE E REALTÀ

  1. Laura Baldini

    Sono una collega odontoiatra, Ho letto il suo articolo sulla figura del CSO d mi complimento con te. Posso chiedere una copia del contratto da voi stipulato come CSO ? Ringrazio anticipatamente, Laura

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