LE NOSTRE NONNE SI RIVOLTEREBBERO NELLA TOMBA SE LO SAPESSERO (e anche a tanti pasticceri di oggi gli rosica).

Primo:

Che cacchio c’entrano i pasticceri con la gestione dello studio dentistico?

 

Secondo:

Dove sono finiti i post di chirurgia?

 

Beh alla prima domanda risponderò con la paginetta di questo post. Per quanto riguarda la seconda… cerca di capirmi, è appena uscito il nostro libro che ci ha richiesto enormi fatiche (balle! In realtà l’abbiamo scritto in un mesetto a tempo perso ?), è il momento del lancio e in testa in questo momento ho il management.

Giuro che tra un po’ tornerò al sangue! Ma per ora concentriamoci sulla crema pasticcera.

Che cacchio vuoi che ci sia da dire sulla crema pasticcera? C’è su tutti i libri di ricette e si fa da mille anni.

Esatto! Si fa da un casino di tempo sempre esattamente nello stesso modo.

Da adolescente ho avuto un breve periodo di “passione” per la pasticceria, prendevo un librone che mia madre aveva ereditato da una sua zia che cucinava per una famiglia nobile e trovavo tutte le preparazioni classiche che potessi desiderare.

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Seguivo alla lettera le ricette e, di solito, ne usciva qualcosa di decente.

Poi è arrivata mia moglie, mi ha smerdato

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 e mi sono dedicato alla semplice e maschile arte del barbecue.

Ma vediamo cosa diceva il librone della mia prozia sulla crema pasticcera, sono certo che siano le stesse cose che dice tua madre.

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So che non te ne frega un cazzo ma seguimi un attimo, permettimi di elencarti i punti chiave della ricetta:

  • In una casseruola DI RAME unire zucchero, rossi d’uovo e MESCOLARE con un cucchiaio rigorosamente DI LEGNO, poi aggiungere la farina.
  • Far QUASI BOLLIRE il latte a parte e poi aggiungerlo POCO ALLA VOLTA, continuando rigorosamente a MESCOLARE con la FRUSTA.
  • Mettere poi sul fuoco e CONTINUARE A MESCOLARE senza sosta non più con la frusta ma di nuovo con il cucchiaio di LEGNO fino al raggiungimento del bollore.
  • Far bollire per 4/5 MINUTI per far perdere il gusto di farina SEMPRE MESCOLANDO.
  • Travasare in una terrina e farla raffreddare CONTINUANDO A MESCOLARE.

Chiedi a tua madre o zia o chi vuoi… sono certo che fa la crema pasticcera esattamente in questo modo. Perché si fa così! IPSE DIXIT.

Se ti ci sei mai cimentato in prima persona, sai perfettamente perché ti devi rompere i braccio e continuare a mescolare… perché se no escono i fottuti grumi di farina e la tua crema verrà una schifezza grumosa. Ma poi devi pure mescolare mentre si fredda… perché se no viene la pellicola in superficie (altrettanto fottuta come i grumetti).

(Attenzione che ora arriva il colpo di scena!)

 

poi un bel giorno, anche se forse tua mamma e tua zia non lo sanno ancora, arriva un giovinastro con la barba incolta, che si chiama Luca Montersino e ti spara fuori la CREMA PASTICCERA VULCANICA.

Montersino butta nel cesso tutti i dogmi del passato, il cucchiaio di legno (che è antiigienico), la casseruola di rame (che fa molto figo ma costa 20 volte una casseruola antiaderente moderna) e attenzione attenzione, tieni tua madre che sviene:

butta nel cesso pure IL MESCOLARE, riducendo il tempo di esecuzione (questa è una stima di mia moglie) a circa un terzo e salvandoti da decine di minuti di moto rotatorio che inevitabilmente si trasferisce dal tuo gomito ai tuoi genitali.

Bene, per farla breve Montersino insegna e fa questo:

Prendi tutto quanto, zucchero, farina e rossi d’uovo e montali nella planetaria. Intanto fai bollire il latte, quando il latte bolle butta tutto dentro all’istante e gira circa 3/4 volte con quel cavolo che vuoi. La crema è fatta. Ed è anche più buona di quella classica, perché dopo tutta la roba che ha tolto poi ha aggiunto una cosa, la panna insieme al latte.

Zero grumi, zero mescolare, tempo ridotto all’osso.

E la pellicina? Beh per evitare che si formi copri semplicemente tutto con una pellicola trasparente mentre si raffredda e vai a fare altro.

Spesso andiamo avanti seguendo dogmi del passato che creano COMPLICAZIONI, LUNGAGGINI E PERDITE DI TEMPO INUTILI perché siamo convinti che siano utili e fondamentali. Ci siamo cresciuti, li rispettiamo, li usiamo e li difendiamo strenuamente. Poi arriva il giovinastro con la barbetta incolta e ci dimostra che in buona parte non servivano a nulla e il bello è che tra un po’ arriverà un altro giovinastro che sbaraglierà di nuovo tutte le carte e poi ancora e ancora!

Ma intanto le mamme, le zie e i grandi e navigati pasticceri in cuor loro diranno “che stronzate!” e continueranno sulla loro solita strada.

Un pensiero su “LE NOSTRE NONNE SI RIVOLTEREBBERO NELLA TOMBA SE LO SAPESSERO (e anche a tanti pasticceri di oggi gli rosica).

  1. luigi

    Anche se il conduttore lancia un argomento e partecipa poco ( forse anche questo fa parte del marketing o statistica del blog ) .
    In accordo al ricorrente riferimento al cibo :
    In una famosissima località italiana anni fa c’era un ristorante a conduzione famigliare e stagionale
    in posizione eccezionale ; niente marketing, management e compagnia bella .
    Cibo semplice il cameriere non salutava dicendo Hi .
    Giunto alla pensione il posto è stato preso da una potenza economica che attualmente lo gestisce .
    Niente da dire personale ( saluta Hi a prescindere..) , arredi , tutto top .
    Nonostante la cucina sia di livello non è neanche minimamente accostabile alle linguine ai frutti di mare
    che faceva il primo gestore ; non per nostalgia o cose simili solo la cucina professionale di scuola
    non è in grado , almeno in questo caso , di replicare sapori e atmosfere semplici e genuine , vino di produzione
    locale ed imbottigliato non mescita .
    Ma offre una professionalità con rincari (specie sul vino ) da Manhattan midtown . Io non vado più .

    Si comprende quello che vuole dire il conduttore nel blog ma forse la cucina non è l’esempio più adatto .

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