LA TECNICA SEGRETA DELLA DELEGA – CAPITOLO 4 – “SVITA, AVVITA E BATTA FORTE”

CAPITOLO QUATTRO

“Svita, avvita e batta forte”

 

Nella nostra clinica è tutto standardizzato e protocollato, addirittura (e non scherzo) quanti soldi si possono spendere al mese per la carta igienica. Ma credo, senza falsa modestia, che il nostro capolavoro assoluto sia stata la standardizzazione della riabilitazione full arch su impianti.

 

La procedura mi consente oggi di eseguire cinque carichi immediati ad arcata completa in una mattina e di impiegare 2 ore e 45 minuti per l’intero trattamento di un bimascellare considerando il tempo totale dal primo appuntamento fino alla finalizzazione protesica definitiva in zirconia.

 

Non posso, per motivi di spazio, descrivere una procedura che io e Erik spieghiamo nel nostro corso di due moduli LA SEMPLIFICAZIONE NELLA RIABILITAZIONE FULL-ARCH SU IMPIANTI.

 

Possiamo però addentrarci in un’altra procedura clinica super standardizzata e quindi super delegabile: la protesizzazione di un impianto singolo.

 

Se dovessi occuparmi in prima persona della protesizzazione di tutti gli impianti singoli impiegherei svariate centinaia (se non migliaia) di ore ogni anno. Se però delegassi questo passaggio ad un collaboratore neolaureato in autonomia il paziente avrebbe l’impressione di essere abbandonato a chicchessia e io perderei il controllo di qualità sul prodotto finale.

 

Ecco allora l’idea partorita orami più di 5 anni fa. Creare una seconda agenda, nei giorni in cui mi occupo di protesi, che viene chiamata TIRONE2.

 

In questo modo il mio tempo viene raddoppiato in un semplice passaggio. Non avrò più 12 ore di lavoro in una giornata ma ne avrò 24. Come ti dicevo nel capitolo 2: moltiplicazione del tempo!

 

 

Il concetto che sta alla base di questo passaggio è che nella seduta operativa ci sono un sacco di passaggi privi di qualunque complessità che possono essere delegati pur non delegando la prestazione in sé.

 

Primo tra tutti salutare il paziente, farlo accomodare e chiedere “Come va oggi sig Rossi?”. Se il sig Rossi inizia a smenartela che lo hanno chiamato per l’intervento all’anca o che vuole portare la figlia a fare una visita, e giusto che lui abbia il diritto di esprimersi ma non è giusto che io debba sorbirmi le sue chiacchiere con le mani improduttive. Ecco che allora di tutta questa parte si occuperà il dott. SABF, che quel giorno non si chiama SABF ma si chiama Tirone2.

 

Il dott Tirone2 avrà tra le sue dotazioni una sala tutta per lui, un’assistente tutta per lui, le sue due mani, la sua laurea, l’assicurazione e l’abilitazione, ma non avrà (o meglio non dovrà usare) il cervello. In quella giornata l’unico cervello acceso nella sua sala sarà il mio.

 

Lui, dopo aver salutato e accolto il paziente, dovrà occuparsi (e da qui il suo nome/acronimo) dello Svita Avvita Batta Forte. Che, come potrai intuire sono passaggi estremamente semplici e delegabili.

 

Per finalizzare una corona su impianto di un molare, avrà ad esempio due appuntamenti da 45 minuti. Nel primo i passaggi saranno:

 

  • Accogliere il paziente

 

  • Svitare la vite di guarigione

 

  • Avvitare lo scan-body

 

  • Fare rx di controllo

 

  • Farmi vedere l’rx di controllo (e qui è l’unico momento in cui serve competenza, la mia, per vedere se qualcosa non va)

 

  • Eseguire la scansione

 

  • Chiamarmi (io lascerò un minuto il mio paziente nella sala a fianco e arriverò in sala facendo la parte del grande esperto, controllerò la scansione a monitor, rileverò la tinta e darò la mano al paziente dicendo che ci vedremo la prossima volta)

 

  • Svitare scan-body

 

  • Avvitare vite di guarigione

 

  • Dimettere

 

Dopo due settimane, sempre nell’agenda Tirone2, sarà programmata la consegna. Senza essere troppo analitici come prima, il dott SABF avviterà la corona (se qualcosa non va verrà  a riferire), al grido di “batta forte” setterà l’occlusione e dopo aver fatto l’rx di controllo mi chiamerà. Io in 1 minuto serrerò la vite protesica, controllerò l’occlusione, i punti di contatto, la tinta e la lastra e saluterò il paziente dicendo che è tutto perfetto e ci vedremo a 6 mesi per la seduta di igiene.

 

Il dott Tirone2 avrà ancora qualche minuto per chiudere il foro della vite con il composito.

 

Il paziente saprà che è stato gestito dalla mia competenza e io, in effetti, nulla avrei potuto aggiungere in termini di qualità nelle attività delegate ma soprattutto la mia agenda Tirone1 non sarà stata per nulla intaccata da questa prestazione.

 

(Pensa solo per un attimo come tutto ciò non sarebbe possibile se nel mio studio si usassero 10 tipi di impianti diversi, protesizzati a volte in modo avvitato, a volte in modo cementato e a volte in conometria…. Tutto quanto ti ho spiegato finora non sarebbe fattibile. Ecco perché si deve partire dalla standardizzazzione!)

 

Il mio tempo è stato moltiplicato per due tramite una delega efficace, sicura, qualitativa e percepita ottimamente dal paziente.

 

Ovviamente la stessa cosa avviene in tutti i settori operativi della Clinica, dall’ordine dei materiali, alla gestione dei pagamenti, alla contabilità, ai richiami dei pazienti e così via.

 

Sono sicuro che i più attenti, però, sono in fermento… manca ancora un tassello al puzzle…

 

“Per controllare l’operato di 50 persone dovrai comunque impiegare un sacco di energia e di tempo?”

 

In realtà non è così e lo vedremo nel prossimo e ultimo capitolo.

 

 

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