La rivelazione di un accademico del settore: “Tirone fa un sacco di soldi in Piemonte con i suoi corsi pieni di fuffa”.

Qualche giorno fa mi è stata riportata questa dichiarazione di un socio attivo di una delle più note società scientifiche odontoiatriche italiane che, tra l’altro (guarda un po’…), tiene corsi privati.

 

I suoi corsi, organizzati in collaborazione con note università ed impreziositi dalla partecipazione di personalità dalla fama internazionale, dovrebbero attrarre numerosissimi partecipanti e invece… sono misteriosamente molto, molto, molto meno frequentati dei miei (o almeno così sembra dalle foto che pubblica sui social network…).

Tant’è che io, quando me ne hanno parlato, non avevo idea di chi fosse costui.

E’ ovvio che la spiegazione più immediata che il nostro si sarà dato di questo strano fenomeno sarà stata quella che trova le sue radici nella disonestà e nella truffa.

“Se io offro un prodotto di livello ACCADEMICO/UNIVERSITARIO e questo ha meno successo di quello che offre lui senza alcun supporto da parte di accademie, università o società scientifiche ci deve essere sotto qualcosa di losco. Sicuramente vende fuffa condita molto bene per accalappiare i polli!”

Attribuire agli altri la colpa dei propri fallimenti è una strada sempre molto frequentata che dà, a chi la percorre, un senso di appagante redenzione.

“Se non ho successo non è colpa mia, è colpa della situazione. I concorrenti sono dei brutti stronzi disonesti e i clienti (in questo caso i colleghi in cerca di formazione) sono polli deficienti che si fanno spennare inconsapevolmente. Cosa ci posso fare io? Il mio prodotto ha un valore immenso ma quelli sono così rimbambiti da non capirlo e vanno a farsi fregare i soldi da quei venditori di fuffa di Cuneo!”.

Se hai letto i nostri libri o seguito un poco questo blog saprai che chi la pensa in questo modo è contraddistinto da un mindset statico caratterizzato da ciò che viene definito external locus of control. Questi soggetti sono convinti che tutte le loro sventure e i loro fallimenti derivino (siano cioè “controllati”) da fattori esterni quali:

  • La crisi
  • La legge Bersani
  • L’ignoranza delle masse
  • La disonestà diffusa
  • La diffusione delle catene odontoiatriche
  • Il terzo pagante
  • Il covid
  • La guerra in Ucraina

E a nessuno di loro viene in mente che forse il fatto di non riuscire ottimamente nelle cose possa derivare proprio dal loro stesso comportamento e dal loro stesso atteggiamento.

E se ci pensi è abbastanza ovvio.

Se fossero consapevoli del fatto che è solo e solamente colpa loro se non riescono ad avere successo, si darebbero una mossa per fare meglio, muoverebbero il culo cercando di correggere i propri errori e cercherebbero di imparare osservando chi riesce meglio di loro. Come conseguenza di ciò…

riuscirebbero meglio nel loro intento!

Invece rimanendo convinti del fatto che tutto dipende da fattori esterni, che loro non possono controllare, accettano passivamente il fallimento limitandosi a criticare ed accusare proprio quei fattori esterni.

Ora penso ti sia chiaro:

EXTERNAL LOCUS OF CONTROL = fallito a vita che non si rende conto di essere fallito ma che crede che finita la crisi e morto quel disonesto di Tirone arriverà finalmente la gloria

INTERNAL LOCUS OF CONTROL = soggetto che migliora progressivamente accettando i propri errori e imparando da essi (e che non sa neanche che c’è la crisi perché non ha né tempo né voglia di leggere i giornali spazzatura).

Ora lasciami partire da lontano, era il 2005 e mi ero laureato da pochi mesi.

 

Differentemente da oggi il modello di business prevalente in odontoiatria era il piccolo studio mono-professionale non organizzato.

Potremmo chiamarlo il medioevo dell’odontoiatria italiana, l’età buia del dentale. Il dentista si laureava (o si specializzava) e apriva il suo studiolo nell’appartamento del palazzo al piano rialzato. Una o due poltrone usate, una sola turbina “spruzzata” dopo ogni paziente dalla “signorina” che svolgeva al contempo mansioni di assistenza e di segreteria e una piccola sala d’attesa.

foto_1

Appoggiata da qualche parte nello studio, campeggiava l’agenda cartacea regalata dal deposito dentale di turno, rigorosamente compilata a matita perché si potesse occultare tutto in caso di necessità.

Il pingue portafogli del dottore si riempiva di contanti durante la giornata e si svuotava la sera a favore della cassaforte celata sotto un quadro in casa.

A fine anno il commercialista indicava la cifra necessaria per non incorrere nella curiosità del fisco e, negli ultimi giorni dell’anno, si compilavano le fatture necessaria a raggiungerla.

Certo, qualche studio evoluto ed organizzato era presente sul territorio, ma quello era lo scenario prevalente nel quale mi trovai a muovermi per cercare un’occupazione dopo la laurea.

L’utilizzo di Internet non era affatto diffuso per cui, seduto a gambe conserte sul mio letto d’infanzia a casa di papà e mamma, mi trovai a 24 anni a sfogliare le PAGINE GIALLE e chiamare a ripetizione tutti gli studi del territorio per trovare non già qualcuno che mi volesse offrire un impiego retribuito ma qualcuno che mi concedesse di frequentare il suo studio.

I miei genitori nulla avevano a che fare con il mondo odontoiatrico e la mia scelta universitaria non era stata guidata da loro ma dalla mia fredda razionalità.

“Qual è il percorso di laurea che mi assicurerà la migliore possibilità di impiego e la maggiore retribuzione?”

 

La risposta era stata Odontoiatria e Protesi Dentaria e quella scelsi.

Essendo comunque un perfezionista passai l’estate dopo il diploma a studiare biologia e chimica e arrivai terzo al test d’ingresso a Torino (se non lo sai Salzano è stato ripescato!!!😏).

Tornando a me nel 2004 seduto sul letto, continuavo a ricevere risposte vaghe da parte di colleghi che non avevano nessuna intenzione di trovarsi uno sbarbatello a curiosare nel loro studio dove i mantra del tempo erano l’evasione fiscale e la relazione morbosa di fiducia interpersonale medico/paziente. Mai avrebbero potuto affidare nulla ad un altro operatore. I pazienti amavano loro e solo loro e così avrebbero fatto in secula seculorm.

“Guarda ora è un momento un po’ così ma ti faremo sapere…”

Per quanto internet fosse allora poco utilizzato, navigando trovai il sito di uno studio ad Orbassano. Pochissimi studi allora avevano un sito internet, la vetrina “aziendale” per eccellenza, come dicevo era il riquadretto sulle Pagine Gialle.

Era mercoledì mattina e stavo frequentando il reparto di Patologia ed Oncologia Orale della facoltà di odontoiatria di Torino come volontario, mandai subito una mail per propormi come collaboratore.

Poche ore dopo, mentre tornavo in auto verso casa ricevetti la telefonata che avrebbe dato una spinta fortissima a tutta la mia carriera successiva. Accostai l’auto (ricordo esattamente il punto della strada in cui mi fermai) e parlai con il dott. Giovanni Bona che mi invitava ad andarlo a trovare per un colloquio di lavoro.

Era l’inizio dell’estate 2005.

Iniziai a frequentare lo studio che allora, per quanto molto evoluto rispetto alla media nazionale, contava solo 3 poltrone ed era, aimè anche lui, in un appartamento!

Passavo le giornate guardando lavorare Giovanni e i suoi due collaboratori e ogni tanto facevo qualche seduta di igiene; a volte gli facevo da assistente durante gli interventi di implantologia che erano, al tempo, cosa abbastanza rara.

Ad agosto arrivò la mia prima responsabilità. Giovanni e i due collaboratori “anziani” erano partiti in vacanza ed io avevo la responsabilità delle urgenze nell’ultimo giorno di apertura.

Avevo programmato con la mia futura moglie Manuela una breve vacanza di 4 giorni in tenda sul lago Trasimeno. Visto che io non avevo reddito, se non i pochi euro che guadagnavo facendo il contadino il sabato mattina presso un agricoltore del mio paese natale, le vacanze al tempo le pagava Manuela che lavorava come educatrice già da qualche anno.

Verso le 16 di quel venerdì di agosto, dopo una giornata con le mani in mano, guardai la segretaria e le dissi che visto che non stava telefonando nessuno magari io sarei partito un po’ prima così avrei potuto raggiungere la Toscana e montare la tenda prima che facesse notte.

Passai a prendere Manuela e partimmo da Torino alla volta della nostra frugale vacanza.

Dopo circa 120 chilometri, all’altezza di Ovada, ricevetti la telefonata della stessa segretaria che avevo salutato 2 ore prima.

“Il dottore dice che devi tornare perché ad un suo amico (paziente dello studio) si è decementato un ponte e domani parte per le ferie”.

Era stata mia la scelta di rischiare una partenza anticipata ed era mia la responsabilità di tornare indietro ad assolvere, GRATIS, il mio compito.

Da Ovada ad Orbassano ci vuole circa un’ora e mezza di Twingo verde sparata a tavoletta. Mentre la mia fidanzata mi aspettava in auto cementai il ponte e poi ripartimmo alla volta della Toscana decidendo, a questo punto, di trascorrere la prima delle tre notti di vacanza in macchina parcheggiati in una stazione di servizio sull’autostrada.

solido-renault-twingo-i-grun-1993-1

Il significato di questa storia, oltre a ringraziare implicitamente Giovanni per avermi insegnato che la qualità percepita dal paziente è in assoluto la cosa più importante, è quello di spiegarti da dove vengo e in quali condizioni ho iniziato.

Oggi, insieme a Stefano, dirigo una delle 25 realtà odontoiatriche con il più alto fatturato in Italia e considera che molte di quelle che stanno prima di noi sono catene odontoiatriche come DentalPro e Primo, mentre noi il fatturato lo facciamo tutto in un’unica struttura.

Foto 04

Il mese scorso, marzo 2022, è stato un mese importante perché ho raggiunto due obiettivi molto rilevanti:

 

  • Il record di fatturato mensile assoluto dello studio che si è attestato intorno ai 700 milaeuro, ma soprattutto…
  • Il mio record personale di eseguiti mensili che ha superato i 300 milaeuro.

Come forse saprai ad oggi lavoro 3 giorni a settimana e solo quelli ho a disposizione per raggiungere quella mole di eseguito.

Alcuni colleghi mi dicono che anche loro lavorano “alla poltrona” 3 giorni a settimana ma i restanti li passano comunque in studio.

Io vivo a 115 km dallo studio e i restanti 4 giorni settimanali non li passo in studio ma sono proprio a casa a farmi amabilmente i cazzi miei.

Bene, questa è la fuffa che io ti posso insegnare.

Partire da sotto zero e arrivare a gestire il tempo in modo da produrre in un mese il doppio di quello che il dentista medio italiano produce in un anno.

Molti markettari che vendono corsi sul mercato della formazione possono insegnarti il marketing (alcuni di loro, pochi in verità, possono farlo anche meglio di come lo facciamo io e Stefano) ma nessuno in Italia può insegnarti a gestire il tempo e la produttività come possiamo fare noi.

Il marketing è una cosa eccezionale perché può riempire le tue giornate di prime visite succhiose ma poi i lavori vanno eseguiti correttamente e nei tempi idonei con un’altissima percezione di qualità per non innescare un disastroso circolo vizioso di passaparola negativo!

Se vuoi imparare un po’ di questa succhiosissima “fuffa” ti aspettiamo a settembre a Cuneo per “DA ZERO ALL’IMPERO 2022” il corso di management odontoiatrico leader in Italia.

Per avere subito informazioni su come riservare il tuo posto clicca qui ed entrerai direttamente in contatto WhatsApp con le nostre segretarie.

Scrivici su WhatsApp

Sarà l’edizione più spettacolare di sempre: a 5 mesi di distanza gli iscritti sono già circa 200!

A presto!

3 pensieri su “La rivelazione di un accademico del settore: “Tirone fa un sacco di soldi in Piemonte con i suoi corsi pieni di fuffa”.

  1. Marco

    Ciao Federico io ho fatto il corso con te il 7/8/9 Aprile. Ho trovato innanzitutto un bel gruppo per cui mi sono molto divertito. Poi mi è stato molto utile per capire la centrica ma soprattutto la centratura del sorriso fra le commissure labiali. Sei un grande un N. 1.continua così.
    Ciao Marco

Rispondi a Marco Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *