FARE IL DENTISTA TI SUCCHIA LA VITA? CAPITOLO QUATTRO: FINANZA IN PILLOLE PER DENTISTI.

ATTENZIONE questo è il quarto articolo, trovi il primo qui, il secondo qui e qui il terzo

 

Siamo finalmente arrivati all’ultimo capitolo di questa serie.

 

Alla fine di questa lettura avrai in mano i 5 segreti per moltiplicare il tuo tempo e non dovrai fare altro che interiorizzarli ed iniziare ad applicarli in modo metodico e pervasivo a tutta la tua sfera professionale e, se vorrai, a quella personale.

 

Mentre scrivo sono in Indonesia, precisamente nell’arcipelago di Komodo, un posto veramente bellissimo in cui è possibile ritrovare una forte connessione con la natura.

 

Il viaggio che la mia famiglia ed io stiamo facendo richiede parecchi spostamenti e voli interni con variazioni frequenti di hotel, barche e resort. Quello che forse ti sarà difficile credere è che fino al giorno prima della partenza non avevo alcuna idea di come si sarebbero svolte le cose, nonostante fosse tutto programmato e prenotato fin da gennaio.

 

Quando mia moglie ed io abbiamo deciso di venire qui per la prima parte delle nostre vacanze estive abbiamo contattato un tour operator locale e abbiamo chiesto che ci venisse organizzato un viaggio di tot giorni, in questo periodo, con determinate caratteristiche. Dopodiché ho messo in contatto la mia segretaria online con l’agenzia indonesiana e tutto è stato dimenticato fino al giorno prima della partenza quando, alla fine della giornata lavorativa, ho trovato nel mio zaino le stampe di tutti i voucher e dei biglietti aerei e mi sono giusto informato circa l’orario del volo per il giorno dopo.

 

Anche ora che siamo qui veniamo avvertiti giorno per giorno sugli spostamenti del giorno successivo, c’è sempre qualcuno che ci aspetta per portarci dove dobbiamo andare e la mia segretaria mi manda le carte di imbarco poco prima del volo sul cellulare dopo aver fatto il check in online.

 

Devo ammettere che non so neanche quanto ho pagato perché i vari bonifici sono stati gestiti dalla segretaria che ha pieno accesso e piena operatività ad alcuni dei miei conti personali

 

Avrai forse capito dove voglio arrivare: il terzo filtro nell’imbuto della moltiplicazione del tempo è LA DELEGA e devo ammettere che è in assoluto il mio preferito.

 

Quello che ti ho raccontato è un esempio di delega molto avanzata applicata alla vita personale e so che la maggior parte di chi legge non è ancora pronto ad un passo del genere (“e se poi la segretaria ti ruba i soldi dal conto?!” 💁🏻) ma la delega in ambito professionale, per quanto comunque difficile dal punto di vista psicologico, è molto più semplice da applicare.

 

Sapendo già perfettamente cosa ti passa per la testa in questo momento ti rispondo così: devi sempre pagare qualcuno per fare le cose. O paghi qualcun altro al suo valore orario o paghi te stesso al tuo valore orario. Il mio valore orario si aggira intorno ai 2000 euro quindi faccio da solo ben poche cose e per lo più quelle che mi piacciono.

 

Questo è un punto importante. Se per te organizzare un viaggio è un divertimento perché ti ci appassioni, fai benissimo a farlo. Considera che io passo 2/3 ora ogni settimana, in estate, a pulire e riordinare la parte esterna di casa mia. Potrei sicuramente pagare qualcuno per farlo me è una cosa che mi rilassa e mi piace fare. Organizzare un viaggio invece mi stressa e mi porterebbe via tempo di qualità o tempo produttivo che posso e voglio dedicare ad altro. C’è sicuramente qualcuno, ad esempio, a cui piace lavarsi la macchina; io la reputo una perdita di tempo per cui ho automatizzato il lavaggio settimanale della mia da parte di qualcuno (non so chi in effetti) che la viene a prendere in Clinica e ce la riporta.

 

Tornando comunque all’organizzazione dello studio, ho affrontato nel dettaglio il concetto di delega l’anno scorso in sei articoli, qui trovi il primo. Quello che vorrei fare oggi è andare oltre per raccontarti un’espressione del concetto di delega al quale forse non hai mai pensato:

 

quello in cui la delega non la fai demandando azioni ad altre persone ma la fai demandano azioni al denaro.

 

 

Mi avrai forse già sentito paragonare i tuoi soldi ad un esercito di piccoli soldatini che lavorano e combattono per produrre altri soldatini. Visto che lo scopo ultimo della nostra attività lavorativa è quello di produrre denaro che ci consenta di sopravvivere e di vivere con gli standard che desideriamo, molto utile in termini di moltiplicazione del tempo potrebbe essere la delega, di parte di questa produzione di denaro, al denaro stesso.

 

Come dicevamo nel secondo capitolo questo approccio, soprattutto all’inizio, può comportare alcuni sacrifici in termini di capacità di spesa perché dovremo limitare le spese per aumentare le fila del nostro piccolo esercito di soldatini. Ma, quando l’esercito sarà abbastanza grande, potremo farlo lavorare per noi nella produzione di denaro, senza per questo compromettere la nostra capacità di spesa e la nostra qualità di vita.

 

La via assolutamente da evitare, a meno che tu non sia un super esperto con alta propensione al rischio, è quella di fare trading sui mercati finanziari. Sarebbe come scommettere tutti i propri soldi sulla nostra vittoria in una maratona e poi correrla contro fondisti professionisti che la chiudono in poco più di 2 ore… una follia.

 

Io sui mercati finanziari investo solo con due strumenti: fondi che seguono l’andamento dell’SP500 e titoli di stato italiani, a lunghissimo termine, con cedole che si avvicinano al 5% annuo e tassazione ridotta. Punto.

 

E non te lo dico da esperto, te lo dico proprio perché sono ignorante come la maggior parte di chi legge e, nonostante sia ignorante, questo approccio mi porta buone rendite sul capitale.

 

Tolte le azioni sui mercati finanziari, che sono le più “automatiche” e semplici ma anche le meno redditizie, ci sono vari altri campi di battaglia che ti posso indicare per inviare i tuoi soldatini.

 

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Uno, ormai in via di esaurimento, che però io e Stefano abbiamo sfruttato molto, è stata la cessione dei crediti di imposta edilizi. Negli ultimi due anni ci abbiamo investito circa un milione di euro ottenendo un gain (sicuro e senza rischi) che ha sfiorato il 45% in 3/5 anni. Se ti interessa l’argomento ho scritto un articolo di approfondimento che puoi leggere qui.

 

Considerando quanto tempo avremmo dovuto passare alla poltrona per guadagnare i 450 milaeuro che abbiamo ottenuto grazie a quell’operazione, capirai quanto valore abbia questo tipo di delega nell’ottica della moltiplicazione del tempo.

 

Un’ultima “campagna militare” che mi sento di suggerirti in queste pillole di finanza per dentisti è quello immobiliare. Non tanto sfruttando la via classica del “compra e affitta” nel settore residenziale che, se tutto va bene, ti porta ad una rendita paragonabile ai titoli di stato ma con molte “grane” in più ed una tassazione maggiore, bensì sfruttando strumenti più avanzati che magari approfondiremo in seguito in articoli specifici.

 

Ti porterò tre esempi recenti:

 

  • Il primo è uno stralcio di asta che abbiamo attuato a nella primavera del 2023. Si tratta di una villetta nella cintura di Torino, che abbiamo acquistato prima che andasse in asta, direttamente dai creditori che l’avevano pignorata al debitore insolvente. Questo ci ha permesso di averla ad un prezzo inferiore rispetto a quello che avrebbe raggiunto in asta. Una volta “entrati” ci siamo resi conto di alcune difformità che erano “sfuggite” ai periti del tribunale e che abbiamo dovuto sanare, causando circa 8 mesi di ritardo su quelle che erano le previsioni inziali per chiudere l’operazione. Proprio ieri comunque abbiamo ricevuto una proposta di acquisto che porterà ad un gain di 60 milaeuro. Tempo impiegato da noi nell’operazione forse una decina di minuti per rispondere ai vari messaggi dell’agente che ha seguito il tutto e due ore mie che, in questo caso specifico (cosa più unica che rara), ho partecipato personalmente all’atto di acquisto.Quanto ci sarebbe voluto per guadagnare quei soldi alla poltrona?

 

  • Il secondo è l’acquisto di una nuda proprietà avvenuto circa 5 anni fa, al prezzo di circa 150 milaeuro, da una signora molto anziana. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di rivendere l’immobile (il tempo dell’investimento ovviamente non era prevedibile) con circa 100 milauro di gain. Tempo impiegato nostro, di nuovo pochi minuti. In questo caso all’atto, sia di acquisto sia di vendita, ha presenziato una delegata aziendale.

 

  • Il terzo è l’acquisto (pochi mesi fa) di un’intera palazzina a Torino da una serie di eredi che non avevano la liquidità per gestire da soli l’investimento. Sulla palazzina sono stati effettuati investimenti che hanno portato al recupero fiscale di circa 150 milauro in crediti di imposta. L’investimento totale, tra acquisto e lavori, è stato di un milione con circa 180 di plusvalenza da sommare ai 150 di cui sopra. Le unità sono state quasi tutte già vendute, una contestualmente all’atto e le altre con acconti cospicui che hanno già coperto gran parte dell’acquisto e dei lavori. In questo caso il valore dell’investimento è stato nominalmente di un milione ma la liquidità effettivamente investita da noi è stata meno di 500 milaeuro con un ritorno sull’investimento di più del 60% in meno di 1 anno.

 

Potrei andare avanti a lungo ma rischierei di diventare noioso per chi non ha interessi diretti nell’immobiliare.

 

Spero comunque di averti dato alcuni spunti su un modo diverso di delegare: delegare cioè la produzione di denaro al denaro stesso svincolandola dal nostro tempo.

 

È ovvio che per poter mandare alcuni plotoni di tuoi soldatini in guerra senza sapere esattamente quando torneranno, devi fare in modo di averne in eccesso, di averne altri che nel frattempo possano presidiare i confini delle tue terre. È per questo motivo che ho sempre sostenuto che uno studio grande, con cash flow importanti, sia molto più utile e conveniente di uno studio piccolo in cui i conti quadrano sempre a fatica.

 

Il quarto filtro dell’imbuto è controintuitivo e consiste nel provare a PROCRASTINARE CONSAPEVOLMENTE tutto quello che non siamo riusciti ad eliminare, automatizzare e delegare.

 

 

Molta parte della formazione personale odierna spiega quanto sia importante non procrastinare per aumentare la produttività e, in un certo senso, la cosa è ragionevole. In quei casi si parla del tipo di procrastinazione causata dalla svogliatezza, dall’inerzia o dal “non sapere da che punto incominciare” (quello di cui parlavamo nel primo capitolo) e non c’è dubbio che questa debba essere evitata e combattuta (ecco perché non dovresti aspettare oltre ad iscriverti a DA ZERO ALL’IMPERO 24, un anno di ritardo nella rivoluzione della tua attività significa rimanere indietro rispetto ai competitor).

 

C’è però un tipo di procrastinazione consapevole assolutamente utile nella gestione del tempo ed è quella che ci porta ad evitare di buttarci su problemi che domani potrebbero non essere più presenti oppure a scervellarci oggi su problemi ai quali non troviamo una soluzione che spesso si presenterà come un’illuminazione dopo qualche giorno.

 

Ti ho fatto un esempio di questo all’inizio del capitolo, perdere tempo nell’organizzazione del mio viaggio in Indonesia prima della partenza avrebbe sottratto tempo ad attività allora più utili.

 

Pensa poi alla situazione mia e di Stefano che siamo leader di un’azienda odontoiatrica nella quale lavorano 50 persone tra dipendenti e collaboratori. Praticamente ogni giorno riceviamo richieste, lamentele, osservazioni da qualcuno che, ovviamente, pensa che ciò che ci viene a raccontare, riguardando lui stesso o lei stessa, sia di cruciale importanza e abbia la massima priorità. Se noi dovessimo occuparci di tutto nel momento stesso in cui ci viene detto verremmo distolti dalla focalizzazione sulla giornata lavorativa e ci arrovelleremmo per trovare una soluzione ad un problema al quale magari non avevamo mai pensato prima.

 

Quello che di solito faccio è chiedere alle persone il tempo per ragionarci su e mi prendo alcuni giorni in cui il cervello in background ragiona sul problema senza che io consciamente debba perderci del tempo. Magari “lancio la palla” anche ad altri responsabili con lo strumento dei gruppi Whatsapp, che ritengo il più smart al momento, e attendo che la soluzione arrivi da qualche parte, o almeno che arrivino parti della soluzione.

 

Anche quando intervengono problemi che potrebbero indurre molti colleghi a situazioni di immediato stress, come verifiche o richieste di chiarimento da parte delle autorità sanitarie, dell’ordine o di altri tipi di istituzioni, ormai io e Stefano procrastiniamo la preoccupazione e lasciamo che la nostra amministrazione e i nostri consulenti esterni lavorino in autonomia. Procrastiniamo il nostro intervento ed entriamo in gioco solo alla fine per autorizzare o modificare una soluzione che è già stata studiata da altri senza stress o perdite di tempo da parte nostra.

 

Un ulteriore aspetto che rende utile la procrastinazione nella moltiplicazione del tempo ha a che fare con una legge universale e inviolabile: la legge di Parkinson. “Un lavoro assorbe tutto il tempo a disposizione per farlo”.

 

Immagina che ti dicano oggi che sei invitato a tenere una relazione ad un importantissimo congresso internazionale tra un mese esatto e che tu, non essendo un relatore professionista con la tua relazione sempre uguale trita e ritrita bella pronta. Quello che farai sarà passare tutto il tuo tempo libero, sere e fine settimana, a produrre la tua migliore relazione e continuare a rifinirla fino all’ultima sera prima dell’evento.

 

Ma se ti dicessero che la relazione è tra 15 giorni? Credo che faresti la stessa cosa ma ci metteresti metà del tempo.

 

E se ti dicessero che la relazione è tra due giorni? Credo che, ammesso che tu abbia il manico per accettare, faresti la stessa cosa ma ci metteresti un quindicesimo del tempo.

 

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Ti è chiaro il concetto? Scegli razionalmente qual è il tempo congruo per fare una cosa e procrastina fino a quando manca esattamente quel tempo alla scadenza. In questo modo la metterai in culo alla legge di Parkinson e impiegherai meno tempo possibile per svolgere il tuo compito.

 

Eccoci giunti alla QUINTA STRATEGIA che credo fermamente sia la più difficile e la meno applicabile in quanto richiede fatica, impegno e allenamento: si tratta della CONCENTRAZIONE.

 

 

Non sto parlando della concentrazione mentale, quella che applichi o cerchi di applicare ad esempio quando studi, ma del concentrare le azioni che hai decretato non essere eliminabili, automatizzabili né delegabili e che, dopo averle eventualmente procrastinate, ti ritrovi a dover fare per forza tu.

 

Essendo pur sempre valida la legge di Parkinson, anche se hai ridotto  di molto le cose da fare usando i primi 4 filtri, rischi che queste possano andare a “dilatarsi” ed occupare comunque tutto il tempo che hai moltiplicato. Ecco perché devi consapevolmente raggruppare tutte queste azioni in slot temporali limitati, appunto concentrandole.

 

Quasi tutte le settimane ho in sala ASO di altri studi che vengono a seguire il CORSO DI FORMAZIONE SUL CAMPO e a volte ricevo anche colleghi ai quali concedo di seguire gratuitamente una nostra giornata chirurgica (prima che tu me lo chieda ti dico che è possibile solo per chi ha frequentato tutti i miei corsi live). Succede sempre che sia le assistenti sia i colleghi o le colleghe rimangano impressionati dalla quantità di lavoro che svolgo in una singola giornata. Ad esempio lo standard del mio giovedì mattina sono cinque full-arch a carico immediato che vengono seguiti da numerosi interventi di implantologia avanzata e chirurgia ricostruttiva nel pomeriggio (il mio record sono 7 full’arch in una mattina). Questo mi consente di portare a termine dai 40 ai 50 milauro di eseguiti in una singola giornata e poter “liberare” il resto della mia settimana dall’attività chirurgica. La media dei colleghi esegue un singolo carico immediato full-arch in una mattina impiagando quindi una settimana lavorativa a fare ciò che io faccio in un giorno. Concorderai con me che questo significa moltiplicare il tempo per un fattore 5.

 

Ovviamente in tutto questo la concentrazione è solo l’ultimo dei passaggi. Perché il risultato sia attuabile, prima bisogna eliminare ogni passaggio inutile, automatizzare processi e decisioni il che consente di delegare molti dei passaggi ad operatori deputati alla bassa complessità (neolaureati in fase di formazione ad esempio) per poi arrivare a concentrare al massimo ciò che resta.

 

Non nego che, come e forse più di quelle precedenti, questa ultima fase sia estremamente faticosa, ne abbiamo parlato nei primi due capitoli, ma ti concede vantaggi immensi. Quando la tua settimana finisce giovedì alle 18 e sai che martedì sarai di nuovo a casa per riposarti dal lunedì (in cui tra l’altro hai fatto solo visite…) vieni ripagato ampiamente di quella fatica.

 

Spero veramente che quanto scritto in questi giorni ti sia stato utile e spero che riuscirai a implementare parte di ciò che hai letto per ritrovare quel tempo che oggi ti manca senza in alcun modo compromettere i tuoi risultati, siano essi economici, culturali, sentimentali, sportivi o di altro tipo.

 

Ora ti saluto e torno a godermi le mie meritate vacanze in Indonesia rimarcando ancora una volta il mio consiglio:

 

Se vuoi stravolgere la qualità della gestione del tuo studio dentistico iscriviti ADESSO aDa zero all’impero 2024”  il corso di management odontoiatrico leader in Italia e non fare il furbo: l’organizzazione del tuo studio non può essere delegata a nessuno e soprattutto non può essere procrastinata!!

 

FALLO ADESSO!

 

A presto!

 

Federico.

 

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