“VIVERE PER LAVORARE O LAVORARE PER VIVERE?” il cantante de Lo stato sociale non te la racconta giusta… e intanto loro fanno esattamente la cosa giusta

Alla fine dell’ultimo anno di liceo dovevo decidere cosa fare. Mi sarei sicuramente laureato, quello per me non era in discussione, ma in cosa?

Al tempo mi appassionavano due cose, la psicologia, forse per desiderio di emulazione di mio padre, e la matematica, nella quale avevo sempre eccelso fino dalle elementari.

Ma sapevo senza dubbio che nessuna delle due potenziali attività derivate da quei percorsi di studio avrebbe messo la giusta quantità di trippa sul mio barbecue (è il barbecue mi attizza drammaticamente di più della psicologia e della matematica).

In terza posizione veniva la facoltà di ingegneria, questa lieve propensione era certamente guidata dal principio di riprova sociale, circa metà dei miei compagni dello scientifico avrebbero infatti intrapreso quella strada ed oggi rabbrividisco solamente al pensiero di quella possibilità… non ho affatto la precisione e l’ordine mentale che servono ad un ingegnere!

Poi un giorno lessi sul libretto che la Regione forniva per l’orientamento. “CORSO DI LAUREA IN ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA”

 

“Che cazzo sarà?” chiesi ai miei compagni a scuola

“Che cazzo ne so, forse sono quelle che aiutano i dentisti”

Non mi stupisce che quasi tutti i laureati in odontoiatria, almeno nei miei anni, fossero figli di dentisti o ex abusivi… le persone normali non avevano la più pallida idea di cosa cazzo fosse il CLOPD?.

Dopo aver approfondito ebbi l’idea geniale. Mi laureo in odontoiatria, guadagno bene, non faccio un cazzo e, mentre non faccio un cazzo guadagnando bene, mi laureo in matematica o psicologia. Poi deciderò. Magari in entrambe ?.

Mentre studiavo mi accorsi che l’odontoiatria (per quanto quella insegnata all’università, a parte poche eccezioni fosse una schifosa e arcaica versione della stessa) era fatta di innumerevoli sfaccettature e, cosa incredibile a credersi per un profano,  cominciai ad appassionarmici.

Ora, dopo qusto breve cappello introduttivo, torniamo ai musicisti filosofi. I ragazzi de Lo stato sociale ci dicono che dovremmo andarcene “una vita in vacanza” così non avremmo più nessuno che ci “rompe i coglioni”.

E ci lasciano intendere nel finale che dovremmo lavorare per vivere, non vivere per lavorare! Tanto scontato, quanto populistico… quanto soprattutto stupido e sbagliato.

Vediamo cosa fa Mario che lavora per vivere.

Si trova un buon impiego da stipendio fisso, orari comodi, no sabati e domeniche, un’ora di pausa pranzo. E a sessantasette anni, dopo più di SETTANTAMILA ore passate a fare una cosa di cui fondamentalmente non gli frega una sega (perché per la definizione comune del lavorare per vivere Mario è lì solo per l’assegno alla fine del mese) sarà finalmente libero. Seguimi nel ragionamento, Mario sta rendendo insignificanti SETTANTAMILA ore della sua vita (per non parlare degli spostamenti da pendolare) per percepire in cambio 1560 euro al mese e poter finalmente godere della sua vita in vacanza alla succhiosa età di SESSANTASETTE anni.

Considerando la vita media del maschio italiano gli spettano 13 supersucchiosi anni di divertimento con la prostata gonfia, l’uccello che non si addrizza, le ginocchia dolenti e probabilmente qualche cicatrice chirurgica in giro per il corpo.

Ma non ti preoccupare  a Mario restano i sabati per smaltire l’incazzatura e lo stress derivati da un lavoro deprimente… la domenica no, la domenica la passa nelle depressione del pensiero dell’imminente lunedì mattina (ricordo benissimo quella sensazione; era la costante delle mie domeniche nel periodo delle medie e del liceo!)

Ora vediamo cosa fa Federico (e cosa fanno secondo Federico i membri de Lo stato sociale).

Lui è una merda umana drogato di lavoro. Lui si rovina la vita. Lui butta via il suo tempo. Lui vive per lavorare.

Durante l’esame di ammissione a Medicina e chirurgia (che affrontai nel caso probabile avessi fallito quello di odontoiatria) c’era un esercizio di comprensione del testo. Era un testo tratto da un trattato di psicologia sperimentale, lo ricordo molto bene: sosteneva che per avere idee geniali in un certo ambito servissero almeno 5/10 anni investiti ad occuparsi prevalentemente e intensamente di quell’attività.

Hai mai provato a suonare uno strumento?

Io sì e ho abortito dopo poche settimane, o diventi un fissato che passa i pomeriggi a strimpellare e ti infogni con la musica o rimani fondamentalmente una sega mondiale. Perchè per diventare bravi e produttivi in un qualche ambito serve tempo e impegno costante, serve l’infognamento. E di tutti quelli bravini a suonare e comporre e cantare, quanti hanno successo?

Una piccolissima ed irrisoria percentuale. Quelli che oltre all’infogno hanno anche il talento e il culo.

E sai cosa vuol dire passare i pomeriggi a strimpellare, trovarsi con gli amici del gruppetto per provare, rompere i coglioni a tuo fratello che deve studiare e passare la vita con le cuffie o gli auricolari nelle orecchie?

Vuol dire vivere per la musica!

E qual è il lavoro dei ragazzi de Lo stato sociale?

La musica

Ecco che allora anche loro, che sono persone di successo, come Federico, vivono per lavorare, come Federico.

Ma allora tutto il resto?

La vacanza… la famiglia… lo sport… l’amore… IL BARBECUE… dove lì mettiamo?

Beh caro mio, ti assicuro che il modo c’è ma per svelartelo servono 475 pagine supersucchiose. Per questo abbiamo racchiuso tutto in un libro, di carta, alla vecchia maniera.

Potrei avere tutto per l’irrisoria cifra di 32 stupidi eurini (IVA INCLUSA ???)

Portatelo in VACANZA. Sono sicuro che ci troverai spunti interessanti!

SCOPRI IL LIBRO

Ah…. Buone vacanze!!! ?

4 pensieri su ““VIVERE PER LAVORARE O LAVORARE PER VIVERE?” il cantante de Lo stato sociale non te la racconta giusta… e intanto loro fanno esattamente la cosa giusta

      1. Formazione odontoiatrica Autore dell'articolo

        Grandeeee! Facci poi sapere come lo trovi! A parte qualche errore di impaginazione uscito fuori dopo l’ultima revisione…???

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