Slowfood, slowmedicine, slowdentist… penso che questa sia la cronologia.
Tutte queste realtà nate in Italia negli ultimi anni sostengono un approccio, diciamo etico ai rispettivi campi di applicazione.
Il sito di Slowmedicine recita: Sobria, Rispettosa e Giusta. Tutto condivisibile ma devo ammettere che non capisco perché questo debba essere a tutti i costi associato all’idea di LENTO.
Sicuramente la difesa di una medicina meditativa e di un rapporto personalizzato tra medico e paziente è importante ma sottolineando l’aspetto della lentezza si rischia di fare un bel papocchio.
Si rischia di dare per scontato un parallelismo tra la lentezza e l’etica. Una cosa del tipo lento è bene, veloce è male diciamo o come recita il proverbio persiano che ho trovato su un sito di aforismi: “la velocità è del diavolo, la lentezza è di Dio”. Ed ecco che a tutti noi risuona in testa la vocina della nonna:
CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO!
Beh se lo dice la nonna allora sarà così. E allora slowmedicine per tutti!
Mi chiedo però se la nonna quando avrà un dolorino al petto che si irradia al braccio sinistro associato ad un forte senso di ansia darà lo stesso consiglio alla centralinista del 118:
“Signorina penso di avere un infarto…. ma mi raccomando…dica all’autista dell’ambulanza che CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO”.
Ti dirò una scottante verità che farà indignare qualcuno (pazienza! Se vuole potrà cancellare la sua iscrizione alla newsletter):
una cosa fatta velocemente e bene E’ MOLTO MEGLIO di una cosa fatta lentamente e bene.
Quindi fare una cosa per benino è il primo obiettivo, ma una volta che ci sei riuscito non ti puoi sedere sugli allori, devi lavorare costantemente per rendere quella procedura ben riuscita sempre più veloce.
Attenzione stiamo parlando di tempi operativi, come ho già spiegato in un altro post la biologia ha i suoi tempi e quelli vanni rispettati.
“Ma perchè mi devo sbattere? E poi si sa, le cose fatte lentamente sono per definizione migliori”
NOOOO!!!! Non sono migliori sono solo meno potenti. Hai mai visto uno di quei programmi di cucina che ti fanno vedere all’opera grandi chef e le loro brigate? Una parola risuona nella cucina per tutto il servizio.
E questo avviene semplicemente perché se non sei veloce piatti di altissimo livello non li puoi fare, ci sono talmente tanti tipi di preparazione, cotture diverse, decorazioni e altri aspetti in un singolo piatto che se vuoi finirlo devi essere tremendamente veloce altrimenti o lo fai di merda o non lo riesci a finire.
E quindi ecco che slowfood vale per chi sta a tavola. Per chi sta in cucina vale tutta un’altra regola!!
Ora lasciamo la cucina di eccellenza e veniamo a ciò che ci interessa. Nella chirurgia orale vale stesso identico principio, se non sei veloce in certi interventi o li fai di merda o non li puoi fare. Certo che cosine semplici le fanno tutti ma quando la complessità della procedura aumenta, i passaggi aumentano, le preparazioni aumentano quelli lenti sono tagliati fuori, a meno che non abbiano a disposizione una sala operatoria, un paziente in narcosi, tutto il giorno e qualcuno dietro che gli para il culo in caso di bisogno… Ma come sai la maggior parte di noi lavora in ambulatorio in anestesia locale, al massimo in regime di sedazione e mentre operiamo siamo l’unico chirurgo orale nelle vicinanze!
Ho già detto in passato che ricordo pochissime frasi delle lezioni all’università, ma mi ricordo molto bene al secondo o terzo anno la frase di un professore a contratto di conservativa:
“…poi ci sono interventi molto grandi come il rialzo di seno che neanche io faccio”.
A parte il fatto che non avevo la più pallida idea di cosa fosse il rialzo di seno, ma visto che il PROF per noi in quel momento era il SUPERDENTISTA di riferimento mi sono fatto l’idea che questo intervento fosse una cosa irraggiungibile. Stiamo parlando di circa 15 anni fa.
Non so come la vedi tu ma io oggi il rialzo di seno con approccio laterale lo considero un intervento di mera routine e per i miei pazienti è “un piccolo aumento dell’osso”. E questo perché lo faccio VELOCEMENTE.
“Quanto?”
Lo scoprirai alla fine guardando il video…la prima parte è real time, la seconda è velocizzata per stare nei tempi della canzone. Ti anticipo solo che il tempo totale con inserimento di due impianti e sutura è di undici minuti e qualche secondo.
Lo so cosa stai pensando:
“SBRUFFONE!!! La qualità nella chirurgia non sta nella velocità”.
E invece amico mio UNA BUONA PARTE DELLA QUALITA’ STA PROPRIO NELLA VELOCITA’ e anche buonissima parte della riduzione dell’invasività della procedura.
Quindici anni fa il rialzo di seno con approccio laterale era un intervento invasivo, il SUPERPROFESSORE non si sentiva di farlo, ora è una cacata… la paziente che vedrai nel video non ha preso neanche un pain killer dopo l’intervento!
Se poi pensiamo a interventi più grossi come la ricostruzione di un mascelllare atrofico che prevede doppio rialzo di seno e innesti a blocco su tutta l’arcata una volta doveva essere fatto per forza in narcosi con prelievi extraorali. Questo vuol dire costi esorbitanti, rischi e disconfort legati alla narcosi, ricovero, difficoltà nella deambulazione per varie settimane (per non parlare della scarsissima qualità dell’osso iliaco). Oggi se sei veloce puoi fare un doppio prelievo dai rami mandibolari ed eseguire quell’intervento in un tempo compreso tra le due ore e mezza e le quattro ore in sedazione cosciente, anestesia locale e nel tuo ambulatorio.
Vuoi mettere la differenza di morbidità per il paziente… per non parlare dei costi!
Se aumenti la tua velocità quindi sarai:
- MENO INVASIVO
- PIU’ UTILE AI TUOI PAZIENTI (potendo risolvere molti dei problemi che prima li costringevano ad approcci invasivi)
Ricorda le parole di Morpheus in MATRIX:
“Sei più veloce di così. Non provare ad esserlo, convinciti di esserlo. Non provare a colpirmi…Colpiscimi!”
Ora ti lascio al video.
Dimmi cosa ne pensi e ricordati di lasciare qui sotto la tua mail!
Non vedo il video
Prova con questo link https://m.youtube.com/watch?v=1J9LtiNiKq0