I TRE SEGRETI DELLA RIGENERAZIONE OSSEA

Eccoci a parlare di noiosa biologia. Ma non ti scoraggiare, cerca di arrivare alla fine del post perché c’è un bel video!

Un  mesetto fa sono stato al closed meeting dei soci attivi dell’Italian Accademy of Osteintegration e ho assistito ad un’interessantissima relazione sulla rigenerazione ossea.

Il concetto che più mi è piaciuto, e che ti voglio riportare, è il paragone che una biologa ha fatto tra il sito innestato ed un BIOREATTORE.

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Non ti preoccupare, manco io sapevo cosa fosse un bioreattore!

“Si definisce bioreattore ogni apparecchiatura in grado di fornire un ambiente adeguato alla crescita di organismi biologici”

Ancora  e soprattutto:

“Ci si riferisce a bioreattori anche intendendo dispositivi che permettono la crescita autonoma (senza l’intervento continuo di un operatore) di cellule o TESSUTI”

Cavolo ma è esattamente quello che dobbiamo fare noi! Dobbiamo far “crescere” del tessuto osseo dove questo non è più presente e soprattutto dove non vuole più crescere.

Allora non ci resta che costruire un bioreattore nel difetto osseo del nostro paziente e avremo come risultato la rigenerazione tissutale che tanto desideriamo.

I bioreattori che si usano per l’ingegneria tissutale della cartilagine devono avere una caratteristica fondamentale. Devono prevedere un qualche tipo di sollecitazione meccanica al tessuto durante la generazione dello stesso. Questo perché la cartilagine, che è tessuto connettivo, si forma in zone del corpo (come le articolazioni) che sono sottoposte a forti sollecitazioni meccaniche proprio con lo scopo di formare una sorta di cuscinetto agli effetti usuranti di queste sollecitazioni.

Ma allora se le cellule mesenchimali che arrivano nella nostra ferita chirurgica quando facciamo un intervento ricostruttivo sono sottoposte a stimoli meccanici e di movimento si differenzieranno in quella direzione! Per semplificarla molto: se l’informazione che arriva loro è “MOVIMENTO”  allora la risposta differenziativa e rigenerativa che daranno virerà verso la formazione di tessuto connettivo.

Se quindi ciò che mettiamo nella zona del nostro difetto si muove avremo costruito un invidiabile bioreattore per l’ingegneria tissutale delle cartilagini. Il problema grosso è che i nostri impianti in titanio non funzionano così bene nel tessuto connettivo! Hai presente quegli impianti che hanno una leggera mobilità.. se ci batti fanno un rumore sordo… e il paziente ti dice che “qualcosa lo sente”?

Ecco appunto! Meglio se intorno agli impianti ci mettiamo l’osso.

Allora il “bioreattore orale” che dobbiamo andare a creare dovrà essere molto diverso da quelli che si usano per l’ingegneria tissutale delle cartilagini. Dovrà evitare il più possibile la stimolazione meccanica sulla cellule mesenchimali che allora (forse… se rispettiamo anche gli altri due segreti!) potranno differenziarsi in tessuto osseo.

E DOVE STANNO LE CELLULE MESENCIMALI DELLA NOSTRA FERITA  ?!?!

CONOSCI LA BASE FONDAMENTALE DELLA CHIRURGIA ORALE 03

NEL COAGULO.

E ALLORA COSA TI SERVE PER LA RIGENERAZIONE OSSEA ?!?!

LA STABILITA’ DEL COAGULO.

Ti prego lasciami fare ancora una domanda ad effetto

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E ALLORA A COSA SERVE LA MEMBRANA ?!?! A EVITARE CHE LA GENGIVA SI MANGI IL BIOSS ?!?!

NOOO!!!

SERVE A STABILIZZARE IL COAGULO!

Nei casi in cui questo non abbia una sua sufficiente stabilità.

Tutto questo ragionamento, tra l’altro, ci spiega anche perché un rialzo di seno funziona anche se lo fa Topo Gigio mettendoci dentro il formaggio: quale coagulo, infatti, potrebbe essere più stabile di quello che si forma sul fondo del seno maschellare?

Tutto questo ragionamento per svelarti il primo segreto nella rigenerazione ossea in implantologia.

1) Quando fai una ricostruzione ossea i biomatriali che usi hanno lo scopo primario di dare supporto e stabilità meccanica al coagulo che contiene le cellule mesenchimali che si differenzieranno in tessuto osseo.

Se quindi usi una membrana questa deve essere fissata saldamente e tesa! Come la pancia di una puerpera alla quarantesima settimana di gravidanza gemellare!

Ma ci sono altri due fattori fondamentali in un bioreattore che dobbiamo prendere in considerazione:

  • La presenza di segnali biochimici che inducano la differenziazione delle cellule. L’ambiente favorevolmente stabile, di per sè, non è infatti necessario ma non sufficiente. E…
  • La protezione dagli insulti batterici e chimici che nella bocca umana sono alquanto sfidanti.

Queste due necessità ci portano al secondo e al terzo segreto.

2) Nell’ambito del tuo coagulo serve qualcosa che generi segnali biochimici che inducano la rigenerazione ossea e nel mio modo di vedere questo qualcosa ad oggi è l’osso autologo. Quindi quanto più il difetto è dimensionalmente grande, e quindi le ultime particelle di biomateriale sono distanti dalle pareti ossee residue, tanto più sarà necessario utilizzare osso autologo nella nostra rigenerazione.

Miscelando chips di osso autologo al biomateriale andrai a diffondere una marea di piccole pareti ossee nel tuo coagulo che forniranno utili segnali alla rigenerazione ossea.

And last but not least:

3) Tutto sto papocchio di roba meccanicamente stabile e osteoinduttiva deve essere protetta dagli insulti esterni, da parte di batteri e fluidi orali, tramite UNA CORRETTA GESTIONE DEI TESSUTI MOLLI che ti consenta di chiudere in modo ermetico la ferita anche se hai aumentato in maniera rilevante il volume di quello che sta sotto.

Se fai tutto per benino ma poi non chiudi bene con i tessuti molli stai sicuro che le cose andranno male e tutti i tuoi sforzi (e le tue spese!!) per ottenere l’agognata rigenerazione ossea saranno stati inutili.

E’ questo il motivo per cui abbiamo deciso di progettare un corso online che si focalizzi ESCLUSIVAMENTE sulla gestione dei tessuti molli in chirurgia estetica parodontale e in chirurgia implantare. Senza menate teoriche. Fatto solamente di video chirurgici di alta qualtà commentati, che ti facciano vedere tutti i passaggi e i trucchetti che servono alla corretta gestione di un aspetto che è sempre stato sottovalutato e messo in secondo piano.

STAY TUNED!

Ma partiamo dall’inizio: per ora ti lascio con un video che ti parla in modo approfondito del primo segreto.

Se non l’hai ancora fatto ricorda di lasciare la tua mail qui sotto per ricevere gli aggiornamenti… ma fallo subito perché dopo aver visto il video te lo dimentichi!
A presto,

Federico

11 pensieri su “I TRE SEGRETI DELLA RIGENERAZIONE OSSEA

  1. Andrea Grassi

    Ciao Federico, ero presente anch’io alla IAO però sei riuscito a stupirmi per come hai preso spunto dalla relazione ed hai costruito un bellissimo post !
    Bravo ! eancora i soliti COMPLIMENTI
    Andrea

  2. pietro greco

    video interessante,mi sarebbe piaciuto vedere la stabilizzazione della membrana nella parte palatina,il rilasciamento del lembo per contenere il volume dell’innesto e ovviamente la sutura…comunque grazie!!

  3. luigi pasquali

    Il dilemma è quando usare una membrana come questa , quando la non riassorbibile , quando osso autologo ,
    quando misto chips , con o no rete di titanio ecc…..
    Dirai…. fai il corso ?

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