Vedo ancora moltissimi colleghi che hanno forti dubbi su come affrontare lesioni di questo genere probabilmente perché sono relativamente rare e non ce le si trova spesso davanti.
E’ comunque curioso vedere colleghi che si dilettano abbondantemente con il titanio, tirarsi indietro quando bisogna affrontare una lesione cistica, tanto che spesso i pazienti vengono ancora riferiti a strutture ospedaliere dove, non si sa perché, lesioni come queste vengono spesso ancora affrontate in anestesia generare 🙆
La mia idea è che queste lesioni debbano essere affrontate ambulatorialmente da chirurghi che hanno buona esperienza nella gestione dei tessuti molli per evitare che, a seguito di una soluzione magari efficace del problema osteolitico, residuino disastri dal punto di vista mucogengivale.
Ovviamente è fondamentale una buona diagnosi preoperatoria. La diagnosi differenziale in assoluto più rischiosa (dal punto di vista chirurgico) in un caso del genere sarebbe quella di una malformazione arterovenosa. L’approccio di una MAV di queste dimensioni in ambulatorio potrebbe mettere a serio rischio l’incolumità del paziente.
Ci sono altre lesioni, invece, (a puro scopo di esempio l’ameloblastoma) che potrebbero richiedere una resezione più radicale, di nuovo non gestibile ambulatorialmente.
La lesione in oggetto, però, aveva tutte le caratteristiche di una cisti odontogena che mi hanno spinto ad affrontarla serenamente in un setting ambulatoriale.
- Aspetto radiografico regolare
- Aspetto “espansivo” e non “invasivo”
- Localizzata all’apice di elementi necrotici
- Associata ad altre lesioni simili localizzate in corrispondenza di altri elementi necrotici
- Storia di ascessi ricorrenti
Come vedrai dal video l’approccio chirurgico è abbastanza semplice e piò essere affrontato da chiunque abbia buona esperienza in chirurgia orale.
Se fino ad oggi ti sei fatto scoraggiare magari questo video potrà darti qualche spunto per i prossimi casi.
A presto,
Federico